L'innesto meglio riuscito, cominciano ad uscire dei polloni che potrò reinnestare o far radicare |
Ormai è passato quasi un anno da quando ho seminato le prime Lophophora alberto-vojtechii e, come era da aspettarsi, sono rimasto colpito dalla lentezza di crescita. Di 30 semi piantati in germinatoio, ne sono nati una decina, ma purtroppo ne morirono circa la metà per colpa di un attacco fungino di cui mi accorsi in ritardo. Così ho anche perso un esemplare dal colore chiaro (nonostante le lampade day-light) che con tutta probabilità era variegato.
Dei semenzali rimasti ne innestai i tre di maggiori dimensioni su Selenicereus grandiflorus, e lasciai due semenzali più piccoli su proprie radici. La crescita degli innesti è stata abbastanza rapida, in pochi mesi due di loro hanno raggiunto le dimensioni standard della specie di 1,5 - 2cm, mentre un terzo innesto ho dovuto passarlo su Trichocereus pachanoi a causa della morte del portainnesto (ho esagerato con l'acqua..) e deve ancora mettersi bene in tiro.
Innesto su Trichocereus pachanoi |
Per fare gli innesti basta tagliare i semenzali appena sopra le radici con una lametta da barba disinfettata con dell'alcol, e appoggiarli sopra il portainnesto all'altezza dei fasci, che nel caso del Selenicereus si trovano nel centro, facilitando notevolmente l'operazione (in Pereskiopsis e Trichocereus sono decentrati "ad anello"). Una leggera pressione per alcune ore sopra alla marza è sufficiente affinchè rimangano "incollati", poi bisogna mettere gli innesti in un luogo umido (in sacchetto trasparente per esempio) affinchè non si secchi il taglio e il semenzale. Dopo qualche giorno si puó rimettere all'aria e in una decina di giorni si dovrebbe notare il rigonfiamento della marza, segnale che il tutto è andato alla meglio.
Per produrre pressione sulla marza si possono usare elastici o, come in questo caso, un piccolo e leggero vassoio di plastica |
Dopo due settimane la marza comincia a gonfiarsi, segnale che l'innesto è riuscito |
Lo stesso innesto dopo dieci mesi, ormai misura quasi due cm di diametro |
Le due piantine su proprie radici sono ancora diminute, non arrivano neanche al mezzo centimetro, non appena otterrò semi autoprodotti voglio provare semine su differenti substrati. In natura infatti la L. alberto-vojtechii cresce su depositi alluvionali pianeggianti, nei pressi di San Luis Potosì (SLP), Zacatecas e Coahuila (Messico). Vorrei provare in particolare con del terriccio sabbioso che ho trovato vicino a dei fiumi che mi sembra l'ideale, soprattutto confrontandolo con le foto in habitat che potete vedere in lophophorainfo
Semenzale di Lophophora alberto-vojtechii a 10 mesi di età |
Ora ho imparato a non evere troppa fretta e a moderare le innaffiature degli innesti, in genere lascio che il terriccio si asciughi bene per alcuni giorni prima di dare nuovamente acqua, in questo modo riduco al minimo l'uso di fungicidi e posso prevenire il formarsi di alghe verdi in superficie, che soprattutto nei semenzali in germinatoio costituiscono spesso un problema. Come prodotti antifungini consiglio quelli sistemici, che vengono assorbiti dalle radici e distribuiti nella pianta, così da avere una protezione più completa. Ogni tanto dó anche del concime minerale per cactus (NPK 4-8-12), ma in quantità ridotte rispetto quello consigliato nella confezione, per evitare possibili eccessi di azoto (N).