venerdì 3 dicembre 2010

Pyrrhura picta roseifrons & Pyrrhura rupicola

La specie picta è ben distribuita lungo tutta l'Amazzonia, è presente in Brasile, Guayana, Suriname, Venezuela, Bolivia e Colombia. L'ampia distribuzione spiega anche il gran numero di sottospecie:
P. picta "picta", "amazonum", "caeruleiceps", "subandina", "microtera", "lucianii", "roseifrons".

Di misura un poco più piccola della perlata, direi più snella, si caratterizza anche per un carattere piuttosto schivo e timoroso, il quale potrebbe essere un problema per indurle alla riproduzione, se non le diamo un luogo calmo e il tempo necessario affinchè si adattino (quindi molta pazienza..). La mia coppia ad esempio ha "rifiutato" il nido per quasi un mese, strillava ogni volta che qualcuno passava davanti la stanza, poi con alcuni accorgimenti e un po' di pazienza si sono tranquilizzate. Ora invece di strillare, quando entro a dar loro da mangiare, si buttano al volo dentro al nido e al massimo escono un poco con la testa per sbirciare le mie intenzioni.

P. picta roseifrons


Come avrete già capito il termine "roseifrons" fa riferimento al capo di colore rosso fuoco, colore presente anche sul petto, mentre la gola è grigiastra, coda marroncina,  remiganti azzurre, e resto del corpo verde.

La coppia



Le Pyrrhura in genere possono essere molto prolifiche, con covate di anche 8 uova, sebbene in genere siano 4-5. L'incubazione dura sui 22-23 giorni, e le uova vengono deposte a giorni alterni e covate quasi da subito. Questo fa sì che i primi pulcini nascano con alcuni giorni di anticipo sugli ultimi, e quindi è normale vedere polletti in fasi differenti di crescita e grandezza. Se qualche ultimo pulcino rimane denutrito, o se semplicemente si vuole ottenere soggetti completamente addomesticati, si può optare per l'allevamento a mano. A questo scopo si possono usare i preparati presenti in commercio e utilizzare una siringa (senza ago ovviamente) per imbeccarlo.

Pulcino di Pyrrhura rupicola, allevato a mano con siringa

Prima di dargli da mangiare bisogna assicurarsi che il gozzo si sia svuotato dalla precedente razione. Per la quantità  da dare,  sarà il polletto stesso a far capire quando è sazio. Di solito man mano che cresce si diminuisce il numero di razioni, ma si aumenta la quantità di cibo data. Da tre razioni al giorno passeremo quindi a due e in fine ad una al giorno, mentre il pappagallino comincerà gradualmente a mangiare da solo frutta e semi.

Particolare del "piumino"

I piccoli sono implumi alla nascita, ma presto comineranno a presentare un fitto e soffice piumino. Man mano che crescono spuntano le prime penne, racchiuse inizialmente da un astuccio cheratinico che si aprirà facendole "schiudere".


Si formano le prime penne sulle ali

I piccoli solitamente abbandonano il nido a quasi due mesi d'età, e saranno dipendenti dai genitori per qualche tempo finchè non sapranno mangiare autonomamente.

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