martedì 22 dicembre 2009

Lophophora williamsii

Preferisco coltivare le Lophophore con uno substrato composto da lapillo, ghiaino siliceo per acquari, normale terra dell'orto (terra prevalentemente argillosa), sabbia di fiume e in superficie metto 1-2 cm di solo ghiaino. Non uso mai torba nera, perchè tende a diventare acida e a far proliferare innumerevoli parassiti, tra cui i moscerini aleurotidi, che nella fase larvale attaccano le radici in special modo dei semenzali. Nella mia prima semina cactacea, 200 semi di varie lophophore (williamsii, jourdaniana, fricii, diffusa, e varietà locali di w.), perdetti quasi tutte le piante a causa del substrato troppo organico che favorì le muffe, e da un attacco massiccio di moscerini bianchi. Con uno substrato prevalentemente minerale il rischio di muffe è ridotto al minimo, mentre per gli insetti parassiti si ottengono pregevoli risultati abbeverando, secondo il bisogno, con una infusione di tabacco. La nicotina è un forte insetticida, nel caso dobbiate usarla su piante fiorite cercate di annaffiare per immersione, senza che i fiori vengano a contatto, altrimenti si trasformeranno in un veleno per qualsiasi animale impollinatore, in particolare per le api.
La ripresa vegetativa si nota con i primi boccioli, e alcune piante hanno addirittura prodotto piccoli frutti da ovari impollinati in tardo autunno!

Con l'arrivo del sole estivo le fioriture sono abbastanza copiose, favorite anche da una leggera concimazione fosforo-potassio. I fiori possono autoimpollinarsi, anche se con una impollinazione incrociata il numero di semi prodotti è maggiore.


In molti siti internet ho visto che sopporterebbero temperature fino ai +5 gradi C^, ma per mia esperienza personale posso assicurare che sopravvivono anche a -5 gradi per brevi periodi, soprattutto perchè in serra fredda non vengono raggiunte dalla brina e generalmente di giorno la temperatura si mantiene sopra lo zero. Importante è lasciarle ben asciutte e non dare mai da bere finchè saremo sicuri di non incorrere in gelate tardive (in nord Italia anche fino ad aprile, mentre a Valencia, dove vivo ora, praticamente non gela quasi mai..).




Quando mi regalarono questi cactus pelosi mi accorsi che presentavano resti di Pereskiopsis, erano state quindi innestate da semenzali e poi poste ad affrancare per la vendita. Ho ripulito le piante dai resti secchi di Pereskiopsis per evitare possibili marciumi-muffe, e una volta seccate le ferite ho provveduto a riaffrancarle, anche se nell'operazione una delle 4 se ne è andata.




2 commenti:

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Unknown ha detto...

Ciao, grazie per l'articolo esaustivo, ti chiedo un consiglio: ho una Lophophora Williamsii da circa 5 anni ed è sempre stata bene ma ora sembra in brutte condizioni. Sulla superficie esterna la piante sembra in ottime condizioni, ma inizia ad essere un pò poco turgida. I figli stanno marcendo, ne abbiamo tagliato via uno e la pianta dentro è rossatra e gelatinosa. Cosa posso fare per salvarla? Ti ringrazio molto